TSUNAMI ADOLESCENZA PARTE SECONDA: E SE DALLA NATURALEZZA SI ARRIVASSE ALL’INCLUSIONE?
"Quando cambi il modo di guardare le cose, le cose che guardi cambiano" (L.Tzu)
Perchè una seconda parte del mio precedente post? Presto detto: diretta conseguenza di alcune riflessioni che mi sono state fatte sulla questione che avrei dovuto includere anche qualche riferimento al buon gusto. In soldoni: certi modi di abbigliarsi non si possono vedere, o meglio, mi è stato detto che non devono proprio vedersi. E il riferimento non è all’oggetto di vestiario casomai da additare -sia short o top o altro- ma a chi lo indossa. Che è molto peggio: quindi certi modi di vestirsi sono accettati se indossati da una “coscia lunga” e vituperati se a portarli sono fanciulle che non rispettano i canoni fisici della società attuale? Aberrante. E lo scrive una donna che molto probabilmente se fosse vissuta anche meno di cento anni fa non avrebbe trovato marito perchè troppo magra per i canoni del tempo, il mio aspetto fisico non avrebbe garantito addiritura la riproduzione della specie. Non è semplice educare, non lo è mai stato e sicuramente lo è ancora di più in un’epoca come l’attuale, fatta di fragilità umana generale. E non credo proprio che al di là del mero pour parler ci sia qualche adulto veramente disposto a distruggere la naturalezza con cui gli attuali giovani indossano certi vestiti “perché tu non te lo puoi permettere dal punto di vista estetico”. Chissà se gli adolescenti di oggi oltre a dettare i trend modaioli e a indossarli con questa naturalezza, riusciranno a diffondere finalmente anche quell’inclusione di cui tutti abbiamo bisogno…