L’emancipazione iniziò dai pantaloni
Fino a cent’anni fa la maggior parte delle donne non indossava i pantaloni
I pantaloni, bifidi e misteriosi… (Colette)
Fino a cent’anni fa la maggior parte delle donne non indossava i pantaloni. Era un capo d’abbigliamento non concesso al guardaroba femminile, simbolo dell’universo maschile. La società fu costretta a tollerarli nel caso in cui il gentil sesso svolgesse qualche attività impossibile da realizzare in gonnella. Nei primi anni dell’Ottocento iniziarono ad essere utilizzati come manifesto di emancipazione e di indipendenza. E colei che osava portarli era guardata con riprovazione, tacciata di immoralità. Il 31 marzo 1911, nel centro di Torino, per la prima volta, una donna italiana indossò un paio di pantaloni femminili, suscitando enorme clamore. Erano stati ideati dal sarto parigino Paul Poiret per l’Expo torinese di quell’anno. Solo le guerre mondiali e la conseguente rivoluzione del ruolo femminile ne permisero l’accettazione. Alla fine degli anni Settanta, con il movimento hippie e la diffusione dei jeans, i pantaloni diventarono finalmente un capo per entrambi i sessi. E da allora ogni stagione ha i suoi modelli…